Ma oggi, mentre si sta consumando il giorno più difficile da quando Virginia Raggi ha messo piede in Campidoglio, sono io il primo ad essere stupito. Stupito dalla velocità con la quale la Raggi si è messa in difficoltà da sola. Perché non è certo stata l’opposizione del PD, o i cosiddetti poteri forti, o ancor peggio i “giornali dei costruttori” a mettere in difficoltà la Raggi. La sindaca si è messa in difficoltà da sola, mentendo – stupidamente – su una cosa che sarebbe comunque emersa, come l’indagine aperta sulla sua assessora Paola Muraro. La rottura così evidente con la Raineri e conseguentemente anche quella con Minenna, sono stati il tentativo di strappare definitivamente da qualsiasi controllo del Direttorio.
Non so dire se sia in corso un apprendistato sulla pelle di Roma Capitale, o se la rottura tra Virginia Raggi e il Movimento 5 Stelle sia ormai anche antropologico, o se ancora la Sindaca abbia voluto giocare una macchiavellica partita del potere capitale, che è molto più grande di lei.
So che in meno di 90 giorni Virginia Raggi ha quasi affossato il Movimento stesso, bandendo ogni logica di trasparenza di cui il Movimento 5 Stelle era alfiere. Si pensava una stratega, forse è solo una trentenne che sopravvaluta la sua piccola furbizia